Rêveries

Il mio trittico per I colori del sacro. Il viaggio.
















Quando studiavo all'Accademia di Belle Arti di Venezia ho fatto una lunga ricerca sulle carte da navigar, le carte nautiche veneziane medievali, che Marco Polo chiamava anche mapemondi des mariner.
Queste carte disegnano, nella forma irregolare della pergamena, percorso dai raggi delle rose dei venti, un mondo costiero, al centro del quale è il mare; lungo il merletto delle coste, che sembra un esercizio di calligrafia, si arrampicano le scritte dei toponimi, che sembrano eleganti ghirigori. 
Nell'entroterra sorgono città turrite con i loro vessilli colorati, e, oltre certi confini, abitano creature meravigliose: i mostri della tradizione classica rivisti in chiave cristiana; a volte compaiono, nei margini, figure di santi, il Cristo in croce o la Madonna col Bambino.
Tracciate inizialmente dagli stessi mercanti e marinai, le antiche carte nautiche accolgono senza contraddizione figure e simboli, legende e annotazioni tecniche, elementi decorativi, che ne fanno documenti geografici, manufatti artistici, testimonianze di una concezione del mondo. 
C'è da perdersi. E da innamorarsi, come è successo a me.
Infatti, per tre anni, sia nell'ambito della pittura che dell'incisione, ho lavorato attingendo a tale immaginario. Subito dopo la laurea questo lavoro si è interrotto (non sto a dire perché, sarebbe troppo lungo, e poi non importa)... fino all'estate scorsa, quando ho letto il bando de I colori del sacro.
Quanto ci sia ancora, in queste nuove illustrazioni, delle mie ricerche di studentessa e delle favolose carte da navigar, chissà: ma mi piace avere ripreso il filo.