Immersione

Faccio una piccola anticipazione su una nanostoria nuova (sarà di un paio di tavole, credo, e non avrà questo titolo).
Come per il pagliaccio equilibrista, mi serve di verifica: ci metto o no
il colore? Aggiunge qualcosa?


Il perdono (3)

Ormai si merita una catalogazione a parte, perché sta uscendo dai limiti di una nanostoria. E anche perché la prima parte sta su SdF.
Se volete recuperare l'inizio, dunque, o comprate la rivista... o andate
su "argomenti" e scegliete "il perdono".






(continua...)

Scuola di Fumetto magazine

La prestigiosa rivista Scuola di Fumetto pubblica, nello spazio esordienti, alcune mie tavole!
Ecco la copertina del numero in questione, attualmente in edicola.


Chiar di luna

nanostoria per la notte di Ognissanti... o Halloween, o...

... Insomma, a dispetto del prosaico sfruttamento commerciale della festa, pare davvero che la notte tra il 31 ottobre e il primo di novembre, spiriti e mostri e fate e folletti da secoli e millenni si diano convegno sotto la luna. Perché?
Molte tradizioni ne parlano, ma solo io li ho visti...
Buona notte!


Ps: la pubblico in anticipo perché domani parto per Lucca (Comics)... evviva!

La piuma

Ecco, forse vi ho rovinato la sorpresa con i lavori in corso (ma forse no) in ogni caso il pagliaccio malinconico è tornato, a colori, e stavolta ha qualcosa da dire...




E videro tutti felici e contenti

Questo è uno dei disegni di domenica, per il racconto tra il fiabesco
e il noir Il pozzo dei mostri.


Disegnare in scena è sempre una cosa che mi fa venire i capelli bianchi. Ogni situazione è diversa: puoi avere una camera fissa e lavorare su carta e scegliere i tuoi materiali, oppure un tavolo luminoso con fogli di acetato e pennarelli, e una proiezione a specchio, come in questo caso. Di sicuro hai pochi minuti, devi stare sul tempo della narrazione, devi tenere d'occhio quello che fai e l'effetto che fa sullo schermo grande, e hai tutti gli occhi del pubblico sui segni che si corrono dietro a formare un'immagine leggibile.
Alla fine, per fortuna, gli spettatori sono contenti di aver condiviso l'esperienza del disegno: la stessa che vivo io, con i suoi misteri e i suoi rischi e le sue sapienze e le sue magie.
Grazie a Stefano, Marta, Fabiano e a tutti i presenti!

E vissero tutti felici e contenti

Domenica 26 ottobre, in occasione di un convegno sul tema fiaba,
sarò illustratrice live per i racconti di Stefano Facco, da lui narrati
e accompagnati dalla musica di Marta Facco e Fabiano Guidi Colombi.

"E vissero tutti felici e contenti: il magico mondo delle fiabe"
a cura del Circolo Culturale Pierluigi Ighina
presso il Palazzo dei Congressi
via Scavi 14 Montegrotto Terme (PD)
ingresso gratuito

A partire dalle dalle 9.30 si alterneranno relatori, insegnanti, attori.
Il nostro intervento sarà nel pomeriggio verso le 17: vi aspetto!

Ps: sono un po' in ritardo con le comunicazioni, lo so!
D'altra parte Dalì calcolava di essere, nella propria esistenza, in ritardo su tutto di circa dodici anni*. E allora accontentatevi... io al massimo posso fare un ritardo di qualche giorno, un mese... mica sono un genio!
*Salvador Dalì, Diario di un genio

Ridi, pagliaccio!

Vi presento il mio pagliaccio malinconico.
Ho fatto due prove di colore: sto cercando di capire se mi piace questa colorazione così elementare. O se è sempre più forte il bianco e nero.






Arriva il portfolio "Benfatto"

Ho finalmente pubblicato il mio portfolio, una selezione dei miei lavori da dieci anni a questa parte! E' diviso in sezioni: potete scegliere quella che vi interessa dal menù laterale, oppure scorrerlo tutto.
C'è ancora qualcosa da completare, ma tutto sommato, eccolo qua
Buona visita... spero!

Ritratti a memoria (2)

Questa è una memoria più vicina, perché sono i miei amici. 

Alberi





Ritratti a memoria (la storia dei salami)

Una volta, quando io ero piccola, c'era un giorno in cui si uccideva il maiale e si facevano i salami. Nella casa dell'evento si radunava tutto il vicinato, e c'erano tante facce e tante espressioni che non so perché sto provando a ricordare. Sicuramente non erano così. Molte di queste persone sono vive e vegete e ho spesso l'occasione di vederle, ma io voglio ritrarle tutte come me le ricordo.
In ogni caso, spero che nessuno, riconoscendosi, si offenda.





Il cinema


Siamo all'entrata di un cinema di periferia.
Sulla porta c'è scritto ENTRATA LIBERA.
La gente entra numerosa, si accomoda in sala, guarda il film. Sarà inquadrato solo il pubblico, un po' da sotto in su, i volti rischiarati irregolarmente dalla luce dello schermo. Ci sarà un protagonista (che ora chiamerò P): si noterà la sua faccia fare le smorfie che si fanno quando si è immersi in un buon film e il racconto ci tocca e ci coinvoge. Le facce degli altri spettatori, intorno, saranno un po' sfocate, indefinite.
Il film è finito, il pubblico sfolla la sala seguendo un freccia che indica l'uscita.
L'uscita è diversa dall'entrata: un passaggio obbligato conduce alla cassa sorvegliata da due poliziotti.
La gente borbotta scontenta, ma, forse per la presenza degli uomini in divisa, si mette docilmente in fila per pagare.
La fila procede con lentezza esasperante, accompagnata da un generale monotono brusio.
E' il turno di P. I due poliziotti lo trattengono a un passo dalla cassa. Sono entrambi molto alti, anzi, sono proprio alti uguali e si direbbe che si somiglino. "Prego, ci dica cos'ha visto" intimano a P.
"Be', ho visto il film, come tutti" risponde P con sorpresa.
"Sì certo, intendiamo dire: che cosa ha visto nel film? Ci faccia una sintesi, elenchi i punti nodali della storia, le cose che l'hanno colpita."
P rimane per qualche attimo inebetito, poi confusamente pensa che quei due sono forze dell'ordine, sapranno quello che fanno e comunque è meglio non contraddirli. In uno sforzo di concentrazione espone il proprio personale riassunto del film, non trascurando di sottolineare molte delle affermazioni con "secondo me".
"Bene bene" annuiscono i poliziotti come confermandosi un sospetto. Poi uno dei due si volta verso la cassiera e dice "massimo", mentre l'altro fa cenno a P di andare a pagare.
La cassiera, impassibile, senza mai alzare lo guardo batte al computer e scandisce una cifra.
P è sconcertato: aveva sentito chiaramente che a quello prima di lui avevano fatto un prezzo del tutto diverso.
"Mi prende in giro?" protesta "Guardi che non sono uno scemo"
"Lo sappiamo benissimo" fa la cassiera continuando a guardare il monitor del computer.
I due poliziotti si avvicinano a P, con aria severa ma indulgente.
"E allora!" sta insistendo P "La gente entra qui pensando sia gratis e poi si trova questa fregatura all'uscita! Come se non bastasse, il tizio che è appena uscito è passato senza tanti interrogatori e ha pagato un quarto del prezzo che avete fatto a me! Ma che razza di cinema è questo!?"
"Si calmi" spiega con voce rassicurante uno dei due poliziotti: "questo è un cinema onesto. Si lasci dire che è ingenuo da parte sua pensare che quanto non si è pagato all'entrata non venga riscosso all'uscita."
"Ha mai sentito dire che qualcosa a questo mondo sia gratis?" aggiunge l'altro.
"Difatti è stato scritto entrata libera, non lo spettacolo è gratis" riprende il primo "il prezzo del biglietto non può essere lo stesso per tutti: questa sì che sarebbe un'ingiustizia! Durante la proiezione vengono monitorate le reazioni degli spettatori attraverso una tecnologia molto evoluta che registra e interpreta i più piccoli fremiti, la frequenza delle deglutizioni, le minime variazioni della postura del corpo; non parliamo delle risate e dei pianti.
Con questo sistema possiamo verificare cosa vede la gente: dopo accurati studi un'equipe dei migliori psicologi, sociologi e antropologi ha schematizzato i comportamenti in 4 tipi standard.
Alcuni spettatori vedono e ricordano la trama della storia, i nomi dei personaggi e le loro azioni.
Altri provano qualche emozione qua e là, che immagazzinano insieme ad alcune scene o immagini particolari.
Altri ancora colgono significati che trascendono la sequenza delle azioni riuscendo a leggerne anche il ritmo e l'estetica.
Infine, ci sono quelli che fanno collegamenti con l'esperienza personale e il bagaglio culturale, al punto di vedere nel film cose che il regista non c'ha messo. Noi li chiamiamo i visionari."
"Per farla breve" interviene il secondo poliziotto "i primi della lista sono quelli che pagano di meno; gli ultimi quelli che pagano il massimo.
Il signore che era alla cassa prima di lei era rimasto impassibile durante tutto il film: anzi, pare che si sia appisolato un paio di volte. Perciò gli abbiamo fatto il biglietto minimo. Lei invece... le abbiamo fatto quelle domande solo per un accertamento: quando uno spettatore mostra chiari segni di visionarietà i nostri sistemi lo segnalano: ma noi facciamo un piccolo test supplementare per essere sicuri che non si tratti di un soggetto affetto da tic nervosi o altri difetti comportamentali che potrebbero alterare la lettura delle sue espressioni corporee".
"Come vede, caro signore, questo è un cinema onesto" aggiunge il primo poliziotto "chi vede di più paga di più".

I vecchi


Dove vivo io esistono uomini piccini, molto vecchi e consumati, che ritornano alla misura dei bambini. Portano un basco blu e il resto è gobba e gilet. Vanno in giro su trattori, rallentano il traffico, si incantano agli incroci, senza sentire i clacson intorno (tanto possono permettersi di essere sordi) e gli occhi non si sa dove guardino. Guardano avanti, ovviamente, nel senso della strada. Per il resto credo che guardino indietro. I loro orti e i loro campi sono piccoli come loro. Non serve avere il trattore per coltivarli. Quando viene il tramonto si mettono a sedere sul ciglio della strada, dove li sfiorano i camion. Si portano una sedia di paglia. Il punto dove mettono la sedia è sempre lo stesso. E' il mondo che è venuto avanti, nel cortile di casa, fino sulla porta. Questi uomini sono mediamente cattivi e stupidi. Pieni di pregiudizi, bigotti, privi di filosofia e anche di religione.
La sola cosa che li eleva sopra la brutalità del mondo è che sono inutili.

Le avventure di Ester Bon



Qui comincia una storia lunga. Spero che la signorina Bon (la quale somiglia vagamente alla mia foto, ma non fatevi confondere) vi sia simpatica, perché la rivedrete spesso, temo.


(continua...)

Il perdono


Questa è una storia senza capo né coda. Le mie preferite.








Nonna

E adesso, per amor di logica, una storia (molto piccola) con un personaggio (molto grande) che non vi ho presentato. Però è una storia vera!





Tanto per cominciare

Tanto per cominciare: i personaggi. Queste sono alcune delle facce che vi toccherà di incontrare, qui, prima o poi. Ho pensato vi piacesse essere preparati. Non si sa mai. Di questi tempi, poi...